mercoledì 30 novembre 2011

Quando la tecnologia ti cambia le abitudini

Sul numero di Io Donna di sabato 19 novembre, in ultima pagina, prima della quarta di copertina, è stato pubblicato un articolo di Serena Dandini "Smartphone Victim", che molto ironicamente prendeva in giro se stessa e tutte le persone che diventano addicted ai vari e svariati strumenti tecnologici oggi in commercio.
Ebbene, mi sono identificata da cima a fondo.
Fino a meno di un mese fa infatti mi rifiutavo sistematicamente di dotarmi di un telefono al passo con i tempi e usavo, anche con estrema fierezza, un modello post-preistoria, Nokia XYZ del 2003-2004 (non mi ricordo nemmeno). Vi allego la foto così capite (l'ho anche resa vintage con Istagram.....ecco, appunto, poi capirete..:-))).



Questo telefono non faceva le foto (però aveva già lo schermo a colori, da qui il “post”-preistoria), non inviava né riceveva mms, non aveva connessione internet. E' caduto per terra un centinaio di volte (una volta anche dalle scale), è stato usato sovente come dissuasore del gatto (leggi, lanciato contro il felino che si avventurava in terreno proibito), veniva scordato regolarmente in borsa e considerato solo in rari momenti della giornata (e spesso spento una volta arrivata a casa).

Poi qualche settimana fa ho deciso d'impulso che avrei fatto un upgrade al mio stato “telefono cellulare” e ho comprato uno smartphone (sì, quello della mela, tanto l’avete capito).
E la mia vita è cambiata, cioè sono diventata telefono-dipendente.
Non lo spengo nemmeno più quando vado a dormire (tranne svegliarmi di soprassalto di notte, i primi tempi, quando arrivava una mail o un sms e mi ero scordata di cambiare il tono da “tromba” a qualcosa di più classico), rispondo alle mail via telefono anche se sono davanti al pc, fotografo, ritocco e pubblico qualsiasi scemenza veda su instagram, twitter, facebook, flickr (e chi più ne ha più ne metta), chatto con le amiche che ho visto 2minuti prima, guardo le news su facebook trenta volte al giorno (prima facebook, forse, lo guardavo una volta al mese), leggo libri (in attesa dal dottore ho scaricato e letto  l’estratto del nuovo libro della Kinsella – quando sono entrata dal medico mi ha chiesto se avevo la congiuntivite!) ....Insomma resto connessa con il mondo J.
Ammetto che un paio di volte ho desiderato spegnerlo e lasciarlo in borsa per qualche ora, ma poi mi sono detta: “che spreco, non posso mica trattarlo come un telefono normale?!!”

E voi siete schiavi della tecnologia o la usate con parsimonia?

lunedì 28 novembre 2011

Un dicembre P'tit

ciao a tutti

oggi vi volevo parlare di una bellissima iniziativa della frizzante Camilla del blog Zelda was a writer che seguo assiduamente.
Come potete vedere anche dal banner a destra (se ci cliccate sopra arrivate direttamente al post messo da Camilla nel suo blog l'11 novembre), la sua idea è quella di un progetto fotografico che illuminerà di gioia i nostri giorni di dicembre. Una sorta di calendario dell'Avvento fatto da tutti noi.

Come funziona?è molto facile. Bisogna solo iscriversi al gruppo speciale (http://www.flickr.com/groups/ptit/) creato su Flickr e ogni giorno, dal 1 al 31 dicembre, pubblicare una foto di qualcosa che, come dice Camilla, "ti strappa un sorriso quotidiano e che, in tempi di problemi e corse trafelate, molto spesso non si nota."
Io mi sono iscritta e ho già oliato e lucidato sia l'Iphone che la mia macchina fotografica.
E voi siete pronti?


martedì 15 novembre 2011

Bright Star

Bright star, would I were stedfast as thou art—
Not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature's patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth's human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors
No—yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow'd upon my fair love's ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever—or else swoon to death.

John Keats
1819

Trad: Lucente stella, esser potessi come te costante - 
non però, in solitario splendore, nella notte sospesa,
mentre, con il tuo sguardo eterno, osservi distante    
tu, della natura paziente e insonne eremita,

le mutevoli acque al sacro compito intente
di pure abluzioni attorno alle spiagge umane,
o mentre scruti la maschera, discesa lievemente,
di fresca neve sui monti, e sopra le brughiere -

No - sempre costante, senza un cambiamento,
adagiarmi vorrei sul seno generoso del mio amore,
sentendolo abbassarsi e sollevarsi lento,
in dolce inquietudine e senza mai dormire,

Così sempre, e per sempre, il suo lieve respiro sentire
e vivere in eterno - o, in estasi,  morire.


Qualche sera fa ho visto per la seconda volta  il film Bright Star di Jane Campion (un nome una garanzia). Mentre la prima visione mi aveva incollata alla  trama (il film ripercorre gli ultimi tre anni di vita del poeta John Keats e la sua relazione amorosa, contrastata da molti ma alla fine accettata e sostenuta, con Fanny Brawne, gentile fanciulla di famiglia agiata e sua musa ispiratrice),  questa volta mi sono concentrata soprattutto sulla fotografia, il contesto, i colori, i dialoghi permeati di poesia, le parole non dette, la sensibilità di una storia che tocca l'anima.




La sensibilità di Jane Campion pervade tutto il film ma ancor di più può ovviamente la poesia e l'arte di John Keats.
Dopo il primo bacio John e Fanny vengono separati dalle vacanze estive e iniziano una corrispondenza epistolare che li farà sentire vicini e consoliderà i loro sentimenti.

Tutte le lettere di Keats alla sua amata sono oggi pubblicate. Ne ho scelta una a caso (sono tutte splendide) che inizia così:

"My sweet girl,Your Letter gave me more delight, than any thing in the world but yourself could do; indeed I am almost astonished that any absent one should have that luxurious power over my senses which I feel. Even when I am not thinking of you I receive your influence and a tenderer nature steeling upon me. All my thoughts, my unhappiest days and nights have I find not at all cured me of my love of Beauty, but made it so intense that I am miserable that you are not with me: or rather breathe in that dull sort of patience that cannot be called Life. I never knew before, what such a love as you have made me feel, was; I did not believe in it; my Fancy was affraid of it, lest it should burn me up. But if you will fully love me, though there may be some fire, 'twill not be more than we can bear when moistened and bedewed with Pleasures" .

Quale donna non vorrebbe sentire parole come queste?

Buona settimana a tutti